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LA FIABA DI NATALE

15-DIC-2019


«Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli»
Gesù Cristo
Vangelo di Matteo, 19
 
 “Ciao, Pinky! Ciao bimbo!”
Un piccolo amico umano si sedette vicino al porcellino e gli accarezzò la testa.
- “Guarda che ti ho portato!” - il ragazzo pose sul palmo della mano un pezzo di mela e lo avvicinò al naso di Pinky.
Il maialino annusò la mela grugnendo per l’appetito, l’addentò ed iniziò a masticare rapidamente il gustoso regalo.
Il ragazzino si mise a ridere.
- “Sei il mio ghiottone!”
Il maialino si arrampicò tra le braccia del ragazzo ed infilò il naso nel palmo della sua mano alla ricerca di  qualcos'altro di gustoso. 
Il ragazzo abbracciò forte il suo nuovo amico color rosa, poi lo sollevò e scorse la gioia negli occhi di Pinky. Lo sguardo del porcellino esprimeva riconoscenza e felicità per aver trovato un nuovo amico che si era affezionato a lui. A Pinky, il mondo intorno sembrava puro e calmo. Pinky adorava questo ragazzino, che lo abbracciava e regalandogli momenti di gioia indimenticabili, ed il mondo gli appariva calmo sereno e puro. 
 
***
 
Pinky conduceva una vita spensierata, con il trascorrere dei giorni cresceva fino a diventare un grosso maialino adulto.  Ogni giorno dopo la scuola, il suo piccolo amico Giacomo andava al suo recinto, portando con sé un dolcetto, apriva il cancello del ricinto, e loro andavano insieme a fare una passeggiata nei dintorni. Il porcellino seguiva il bambino.
A Pinky piacevano tanto queste piccole avventure. Era molto curioso, amava esplorare angoli sconosciuti e ogni volta scopriva qualcosa di nuovo: una creatura sconosciuta formata da un piccolo agglomerato spinoso, che quando vide Pinky, scappò via rapidamente sulle sue piccole zampette; una piccola tana; un grande albero, sotto il quale si trovavano semi oblunghi, arrotondati e gustosi, che Giacomo chiamava "ghiande".
Pinky vedeva intorno a lui un grande mondo, pieno di cose interessanti. Ma la cosa che gli piaceva di più erano i momenti in cui giocava con il suo amico Giacomo. 
Giacomo sembrava che Pinky capisse ogni sua parola, ogni sguardo e persino i pensieri. Tra il ragazzo e il maialino nacque non solo una grande amicizia, ma qualcosa di più, più forte, affine, come fosse tra fratelli.
 
***
 
il mese di Novembre era passato e con Dicembre arrivarono i primi freddi.  
Un giorno il signor Peppe, padre di Giacomo disse a sua moglie -“come da tradizione domani sarà il giorno in cui prepareremo salsicce e salamini   per Natale” – 
Tutti i  vicini avevano grande stima  e rispettavano Peppe. "È di animo nobile e gentile", dicevano.
Ogni anno, qualche giorno prima di Natale, Peppe organizzava una cena ed  invitava tutti i vicini  offrendo loro una grigliata di salsicce accompagnate dall’ottimo  vino della sua  casa, e per finire mandarini sfogliatelle,  "calcionetti" e altri dolci natalizi  preparati dalle sapienti mani della moglie di Peppe.
Peppe era una persona molto sensibile, non perdeva occasione per aiutare le persone bisognose ed i più poveri. 
In più di una occasione ha accolto in casa ed ha dato da mangiare a senzatetto immigrati  Africani, parlando con loro cuore a cuore, regalando anche un po' di denaro,  ed interessandosi con il prete del paese per trovare un riparo ed una  sistemazione per questi bisognosi. 
 
Donava sempre una parte del suo raccolto alle famiglie più povere, portando loro con il suo camioncino frutta e verdura del suo orto. Non ha mai rifiutato un aiuto chiesto dai vicini: era bravo a   sia riparare un rubinetto che il tetto del fienile; sempre disponibile per accompagnare un amico in officina quando aveva l’auto in panne,  o ad aiutare una vecchietta  che viveva da sola, nella raccolta delle olive.
Peppe aveva un carattere calmo e buono...
Una mattina, Peppe chiamò alcuni vicini  per farsi  aiutare nella macellazione del  maiale. Uno di loro, il più esperto, preparò una corda per legare il maiale e la pistola che si utilizza per sparare al maiale.
Peppe presa la corda,  entrò nel recinto  del porcellino Pinky che era tranquillo e senza alcun timore. Quando Peppe cercò di mettergli la corda intorno alla bocca,  Pinky capì subito che stava succedendo qualcosa di strano e si rese conto che le intenzioni dell’uomo erano tutt’altro che buone. Il maiale corse su un lato del recinto, per cercare di correre e liberarsi. Ma il recinto era piccolo e Peppe riuscì rapidamente a mettere il cappio dentro alla  bocca del maialino  serrandolo subito nel grugno.
Pinky  sentì la corda stretta nel grugno e si spaventò. Iniziò a gridare disperatamente, urlando  aiuto al  suo amico Giacomo.
Giacomo nel frattempo ancora dormiva profondamente nel suo letto, sognava, inconsapevole di ciò che stava succedendo al suo amico maialino. All'improvviso, nel sogno, sentì l’urlo disperato di Pinky. Il ragazzo si svegliò di soprassalto, si rese conto che quel grido era reale e che proveniva dal recinto del suo amico maialino, quindi saltò immediatamente dal letto e corse fuori casa. 
Una scena terribile apparve davanti ai suoi occhi: suo padre stava trascinando Pinky fuori dal suo recinto, mentre l'amico del padre teneva pronta la pistola. Pinky piangeva e urlava disperatamente; Giacomo aveva capito subito che il suo amico lo stava implorando “ Giacomo Aiutami! Aiuto…Aiuto! "
- “Nooo! Fermatevi!” - implorò Giacomo.
Ma il padre aveva già la pistola puntata sulla testa del maialino.
Negli occhi di Pinky, il ragazzo poté vedere lacrime di disperazione ed il terrore per quello che gli stava succedendo.
-  “Noooo!”
Uno sparo risuonò sordamente.
- “No! “ –  continuava a gridare Giacomo. Ma nessuno si accorse di lui, nessuno  gli prestò attenzione.
Peppe poi  prese un grande coltello e tagliò la gola al povero Pinky. Tanto sangue iniziò a fuoriuscire ed  il maialino  inizio a tremare in modo convulso. in quegli ultimi istanti della sua vita, Pinki provava orrore e grande dolore, senza comprendere il motivo e la causa  di ciò che gli  stava accadendo.
"Perché? Per quale motivo mi state facendo questo? ” - imploravano i suoi occhi.
Il  maialino era sempre stato fiducioso negli esseri umani, li aveva sempre visti come amici - non capiva ancora perché mai gli uomini  lo avessero tradito.
Giacomo piangeva amaramente, provava un sentimento di pietà,  ma anche un amaro dolore che gli pesava  nel profondo del suo petto. Avvertiva che il suo amico maialino si è sentito tradito, senza che Giacomo abbia potuto fare qualcosa per proteggerlo. 
In quel momento tutto intorno sembrava irreale, come fosse un sogno terribile.
Ora il corpo senza vita di Pinky, del suo Pinky, era stato appeso dalle zampe posteriori, a testa in giù, così le  ultime gocce di sangue lentamente cadevano a terra.
 Poi il maialino senza vita  fu messo in un contenitore e cosparso di acqua bollente, per rimuovere le sue setole ...
Il ragazzo per tutto il tempo rimase impietrito, quasi in tranche; tornò in sé solo quando le operazioni volgevano al termine e fu scosso da una pacca sulla spalla che gli diede il padre che disse:
- “Bravo figliolo, guarda, così Impari come  si  macella il maiale per  preparare salsicce e salumi secondo la  tradizione. Nelle nostre terre, questa tradizione esiste e si tramanda da molti anni. Io ho imparato da mio padre e mio padre da suo nonno, suo nonno dal nonno del nonno..,e così via.
Le salsicce, i salumi ed i prosciutti dei nostri territori sono conosciute ed apprezzate in tutto il mondo. Le specialità della tradizione contadina italiana sono molto ricercate!”
 
***
 
Anche quest’anno qualche giorno prima di Natale  fu organizzata la festa  con la tradizionale cena a casa di Peppe,  che,  come al solito invitò  tutti i vicini .  Giacomo vide che tutti   erano molto allegri e festanti, si divertivano,  bevevano il buon vino e mangiavano le salsicce fatte con la carne del povero Pinky. Nella casa la musica risuonava,   e   nel fuoco del camino si arrostivano le castagne. 
Nel mentre Giacomo restò  in disparte,  andò  solitario  dentro al recinto che era la casa del suo amico maialino Pinky  e si sedette  a  terra abbracciando le sue ginocchia; iniziò a  piangere amaramente. 
“Mi dispiace, Pinky. Scusami " ripeteva  fra le lacrime.
 
***
 
30 anni dopo.
"Oggi stiamo accompagnando Peppe, l'uomo buono, nel suo ultimo  viaggio", diceva il prete durante la  messa funebre.
La chiesa era piena di gente; la moglie di Peppe, seduta nel primo banco piangeva tristemente, al suo fianco sedevano suo figlio Giacomo e il nipotino Angelo di dieci anni. Anche le altre persone presenti piangevano per la scomparsa di Peppe. Amavano quel vecchietto che  era sempre stato gentile con tutti.
...
In quel mentre, l'anima invisibile di Peppe aleggiava accanto ai suoi cari. Gli dispiaceva aver lasciato sua moglie, che restava  vedova e sola per il resto della sua vita terrena.  Le sussurrò: "Sono vicino, sono con te", ma lei non lo sentì, perché ovviamente non era più in grado di  sentirlo.
Arrivarono poi  le ultime parole del prete.-" Che il Signore ti accolga in paradiso.  Riposa in pace, Peppe! "  - 
Peppe dalla sua nuova dimensione riusciva a vedere le persone che a turno si avvicinavano alla sua bara,  che salutavano il defunto, che ricevevano l’ostia dal prete. Anche se le persone ormai  non riuscivano più  a vederlo; Ma lui riusciva a vedere tutto, vide quando gli addetti presero  la sua bara e  mentre lo  portavano al cimitero vedeva il corteo funebre dietro alla sua bara. 
 
Poi il vecchio "Peppe" udì una voce alle sue spalle, "Vieni, dobbiamo andare! Ti accompagnerò. "
Si voltò e vide un giovane vestito di luce,  che seppure con occhi grigi e tristi, emanava  pace e tranquillità.
- “chi sei Un angelo? Ma perché sento di conoscerti?” – chiese al giovane lo spirito di Peppe.
 
-“Sì, mi hai visto un tempo. Mi conoscevi come “maialino Pinky”, ero l’amico del tuo figlioletto.” - rispose l'angelo.
 
"Ma i maiali non possono diventare angeli!  Nella Bibbia c’è scritto che gli animali non hanno l’anima" – disse stupito Peppe.
- “Vieni con me!” - L'angelo prese la mano di Peppe e gli indicò la strada luminosa e la porta aperta in fondo. Da dietro la porta si intravedeva una luce pacata e  morbida.
Insieme sono andati alla luce.
Poi, Peppe ebbe la sensazione di volare,  vide le stelle che gli fluttuavano intorno, pianeti, paesaggi di mondi bizzarri a lui sconosciuti.
Alla fine del volo si ritrovarono sulla cima di una montagna. Una luce soffusa filtrava intorno. Davanti a Peppe c’era LUI. Gesù, che aveva visto nelle immagini e nelle illustrazioni sacre.
- “Oh Gesù, il nostro Dio! Sei tu!” - esclamò il vecchio.
- “Sì, per te che sei stato cattolico sono Gesù. Ma ho molte forme e mi hanno dato anche altri  nomi. Davanti a ogni anima, mi manifesto ed appaio nella forma in cui l'anima arrivata si aspetta di vedermi.”
"Ma se mi stavi aspettando, vuol dire che  ho vissuto la vita da un buon cattolico e che  mi porterai con te nel tuo regno?" Chiese Peppe, affascinato.
"Ho osservato la tua vita. Sei stato gentile con le persone. Ma ancora non sei pronto per entrare nel mondo della luce ”, rispose Dio.
"Ma dimmi, ho fatto del male a qualcuno? Ho sempre cercato di vivere secondo i tuoi comandamenti. " – Rispose Peppe con stupore ed incredulità.
"Hai avuto buoni occhi, aperti per guardare la realtà vista dal tuo punto di osservazione, ma sei rimasto  cieco per poter vedere le altre realtà. Ti aiuterò a conoscere tutta la verità. Ma per comprendere la verità hai bisogno di un'altra vita, da vivere guardandola attraverso gli occhi e dal punto di osservazione di chi non hai notato durante la tua vita precedente, di cui non hai percepito ne anima, ne emozioni.”
E Dio di colpo è scomparso.
Il messaggero che stava aspettando si avvicinò a Peppe e gli prese la mano.
- “Andiamo!” – Gli disse, indicando il bordo della scogliera. – “Non avere paura delle prove! Ogni prova è un percorso necessario per raggiungere nuove conoscenze, un percorso verso la luce. Per arrivare in fondo al percorso, devi tornare lì.”
Il messaggero indicò verso il basso. Dalla scogliera, l’anima del vecchietto intravide luoghi familiari, riconobbe le tegole rosse dei tetti delle case della sua campagna nativa.
- “Vai lì, non aver paura!” - indicò di nuovo l'angelo.
Peppe fece un passo e volò giù dalla scogliera. Guardava con paura mentre la terra si avvicinava con grande velocità. 
"Ora mi romperò le ossa", - pensò Peppe, dimenticando che adesso non ha più un corpo che potrebbe spezzarsi. Poi gli sembrò che stava per esserci la collisione con la terra ... Oscurità.
 
***
 
Peppe aprì gli occhi. C'era qualcosa di grosso e caldo vicino a lui,  sentì il bisogno di stringersi vicino a QUEL QUALCOSA . Strisciò fino a QUEL muro caldo e morbido,  si imbatté  in una pallina che  istintivamente  strinse in bocca, dalla pallina  uscì un liquido dolce e caldo.
 
"Sei mio dolce piccolino", - disse dall’alto una voce femminile. – “Ma quanto sei piccolo, quanto carino!”
A lato della  grande mamma-maiale strisciò un porcellino appena nato.
 
- “Angelo! Vieni qui! Guarda, la nostra Scrofa ha avuto dei cuccioli. “ - disse la donna.
 
Peppe giaceva sulla paglia ed era inorridito nel rendersi conto che stava bevendo latte dal capezzolo di un grosso maiale, ma non riusciva a fermarsi, obbediva al potere dell'istinto. Il volto del suo nipotino Angelo era sospeso su di lui.
 
- “Mamma, può essere il mio porcellino?  Lo chiamerò Pinky!” - esclamò il ragazzo.
 
Alla fine Peppe riuscì a staccarsi dal capezzolo della mamma- maiale e gridò:
- “Angelo, sono io - tuo nonno Peppe!”
Ma le parole non gli uscivano,  al posto delle parole riusciva  soltanto ad emettere suoni sommessi che ricordavano i grugniti.
"Mamma, guarda", - disse il suo nipotino con entusiasmo ,- "Anche lui che vuole diventare mio amico!"
 
***
 
Passava il tempo. Ogni giorno, suo figlio Giacomo veniva nel recinto. Vedendo suo figlio, Peppe si precipitava da lui con un grufolando gioiosamente, ma suo figlio non notava il porcellino. Puliva il recinto dai rifiuti, ogni tanto cambiava la paglia, portava l’acqua e dava da mangiare ai maiali.
 
Peppe provava dispiacere, sentiva dolore da qualche parte nel petto, probabilmente dolore proveniente dalla sua anima. Piangeva, sperando che un giorno suo figlio l'avrebbe notato. Ma le sue speranze rimasero vane.
Solo il nipotino Angelo giocava con il suo nuovo amico maialino, gli portava dei dolcetti, lo prendeva in braccio e  gli accarezzava la testa. In quei momenti, Peppe provava felicità perché aveva accanto una persona che non restava indifferente nei suoi confronti, ma che gli voleva bene.
Quando Angelo stava a scuola o andava in bicicletta a giocare con i suoi amici, Peppe restava da solo nel recinto, sdraiato sulla paglia.
"Gli esseri umani hanno i propri impegni, vivono la propria vita", pensava Peppe, "e per loro i maiali  sono soltanto bestiame da allevare,  e ..." Peppe inorridiva nel rendersi conto: “Che, le persone allevano e fanno crescere  i maiali e poi li  uccidono per mangiarli. E lui! E lui, o Gesù, un giorno  quindi anche lui sarà ucciso e mangiato! ”
Peppe  ricordava come lui stesso, quando era un essere umano, uccideva  i maiali; a questo ricordo provò una sensazione che  lo fece rabbrividire facendo venire la pelle d'oca sulla sua cotenna di maialino. 
Da quel momento iniziò una triste attesa, un’attesa dolorosa – attesa della morte. Sapeva che un giorno sarebbero venuti da lui per ucciderlo brutalmente. “Cosa sentirà? Che dolore proverà? Suo figlio Giacomo non lo riconosce? Non capisce  che il maialino che lui sta nutrendo  è sensibile? Che ha un'anima?  che gli vuole bene? Purtroppo non  può riconoscere  l’anima di suo padre. "
 
 
***
 
Il mese di Novembre era passato e con Dicembre arrivarono i primi freddi.  
Le notti  diventavano sempre più rigide. La nebbia umida del mattino  lambiva la campagna. 
Peppe dormiva sulla paglia nel suo recinto e a volte si svegliava tremante di freddo. Altre volte tremava oltre che per il freddo anche per una sensazione spiacevole di angoscia e paura. 
 
Una mattina Giacomo entrò nel suo recinto. Aveva una corda in mano alla cui estremità aveva fatto un cappio.
Peppe gridò:
- “No figliolo. Io sono tuo padre. Non farlo! Se lo farai, anche tu poi dovrai vivere una  vita da  maiale! Dovrai subire lo stesso destino!”
Ma Giacomo poteva sentire soltanto di grugniti e strilli. Lanciò la  corda sul maialino, come aveva imparato guardando  più volte  suo padre Peppe mentre faceva la stessa cosa.
Ormai sono giunti i giorni durante i quali la tradizione vuole che si preparino prosciutti salumi e gustose salsicce da gustare durante il periodo delle festività natalizie; quest’anno si prevede che dalle carni del  giovane e grasso  maialino, saranno prodotte salsicce particolarmente gustose e succulente.
-“ Figlio mio no! “ - Gridò Peppe mentre cercava di divincolarsi per scappare dal recinto  . Ma Giacomo, con fredda determinazione, riuscì a trascinare il maialino fuori dal recinto.
Lo sguardo di Giacomo era ormai  insensibile ai lamenti del maialino, perché aveva imparato dagli insegnamenti di suo padre  a non provare più sentimenti o pietà verso gli animali da allevamento.
Giacomo finalmente riuscì a trascinare il maialino nell’aia,  fuori dal recinto.  Il suo  amico assistente aiutò Giacomo a tirare la corda fino a bloccare la testa di Peppe. 
Peppe ora era fermo, bloccato e   tremante dalla paura .
Giacomo alzò la pistola.
- “No! Noooo!” Una voce di ragazzo risuonò forte. – “No, papà! Non farlo! Pinky!”
Giacomo alzò lo sguardo ed incrociò  lo sguardo spaventato e disperato di suo figlio Angelo.
Giacomo ebbe un sussulto. L’emozione e la  sensazione di suo figlio ... Gli ricordò come un flash la sensazione che lui stesso aveva già vissuto in passato. 
Molto tempo fa  anche lui  cercò di salvare un suo amico,  di proteggere il Suo Pinky, ma senza riuscirvi .
Fu proprio in quel momento, che Giacomo guardò gli occhi spaventati e supplichevoli del maiale che stava per uccidere.  Nello sguardo dell’animale riuscì finalmente a percepire  un’emozione, un sentimento  profondo, qualcosa a lui  familiare e  caro.
Giacomo abbassò la pistola e la gettò a terra.
 
FINE.
 
"In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli.  Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli."
Gesù Cristo,
Matteo 18
 
 
Autore: Eugenia M.
Traduzione: Domenico D’Addazio
Dicembre, 2019




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